"Entrando in contatto con il mondo poetico di Antoni Canu da subito si
viene pervasi dall'immissione, nella nostra coscienza, di un
lenitivo naturale, con effetto calmante. Ci viene inoculato un
vaccino benefico, un antiveleno che difende dal degrado dei giorni
d'oggi, da una grama e grigia sopravvivenza in smarrita solitudine.
Si
trae un rigenerante respiro profondo, come da un sentore persistente
di zagara, che solleva lo spirito dall'avvilimento confuso del
quotidiano vivere.
Le
mani poetiche sono tese con la cordialità e la schiettezza di chi è
nobile nell'anima, ed è blasone questo che non può essere
acquisito per diritto feudale di nascita, ma per individuale e
propria magnanimità di sangue. Una distinzione e una grandezza che
vengono dall'ordine e dal nitore di un vissuto lungo, glorificato
dal sacrificio, nel rispetto della fatica e del dolore degli avi.
È
la trasparenza degli intenti che giunge dritta al cuore di chi legge,
non appena si iniziano a mettere a fuoco i particolari della tram,a
dei versi. Densi, ma chiari, sgranati come perle di un rosario da
tenere tra le mani come protezione dalle follia dell'imperante
disvalore. [...]".
(dalla presentazione di Lucia Gaddo Zanovello)