Pietro Paolo Lubinu, Gosos de Santu Mengu Gloriosu de Ossi

Per onorare i Santi la letteratura sarda possiede testi importanti e diffusi, mutuati, in tempi lontani dalla cultura italiana e spagnuola, che vengono chiamati "gosos". Il significato della parola è all'incirca quello di "gaudio" o "lande", come apprendiamo dalla cultura tradizionale.

Ne abbiamo dei bellissimi, in Sardegna, cantati ancora con devozione nelle nostre chiese, soprattutto nel giorno della festa dei Santi protettori.

I testi vengono composti o da popolani o da poeti riconosciuti: cosa importante per capire come questo genere poetico, che è quasi scomparso in altre superfici da noi conserva una precisa valenza culturale.

I testi dei "gosos", solitamente in sestine di ottonari variamente rimati, fanno il riassunto della vita e dei miracoli del Santo, scandendo tutte le benemerenze; e chiedono al Santo che guardi dall'alto la povera gente bisognosa e che intervenga, possibilmente subito, per alleviare le miserie: per far cadere la pioggia, e propiziare le messi, e far cessare il "rigore", come dicono spesso allontanando le malattie e scongiurando le infinite calamità che si rovesciano, a tempi ricorrenti, sulla nostra Sardegna.

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Ne ho scoperto moltissimi di questi testi "laici", girando per la Sardegna.

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Quando, trent'anni fa, i casi della vita mi hanno rimbalzato nel Capo di Sopra, sono rimasto particolarmente colpito da alcuni frammenti di una laude popolare di Ossi che la gente intitolava "Sos Gosos de Santu Mengu gloriosa".

Mi son messo subito alla ricerca del testo, che intuivo particolarmente valido, per tante ragioni, riuscendo a raccogliere alcune strofe, per lo più frammentarie. [...] (dalla prefazione di Enzo Espa)

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