Per onorare i Santi la
letteratura sarda possiede testi importanti e diffusi, mutuati, in
tempi lontani dalla cultura italiana e spagnuola, che vengono
chiamati "gosos". Il significato della parola è all'incirca
quello di "gaudio" o "lande", come apprendiamo dalla cultura
tradizionale.
Ne abbiamo dei bellissimi, in
Sardegna, cantati ancora con devozione nelle nostre chiese,
soprattutto nel giorno della festa dei Santi protettori.
I testi vengono composti o da
popolani o da poeti riconosciuti: cosa importante per capire come
questo genere poetico, che è quasi scomparso in altre superfici da
noi conserva una precisa valenza culturale.
I testi dei "gosos",
solitamente in sestine di ottonari variamente rimati, fanno il
riassunto della vita e dei miracoli del Santo, scandendo tutte le
benemerenze; e chiedono al Santo che guardi dall'alto la povera gente
bisognosa e che intervenga, possibilmente subito, per alleviare le
miserie: per far cadere la pioggia, e propiziare le messi, e far
cessare il "rigore", come dicono spesso allontanando le malattie
e scongiurando le infinite calamità che si rovesciano, a tempi
ricorrenti, sulla nostra Sardegna.
[...]
Ne ho scoperto moltissimi di
questi testi "laici", girando per la Sardegna.
[...]
Quando, trent'anni fa, i casi
della vita mi hanno rimbalzato nel Capo di Sopra, sono rimasto
particolarmente colpito da alcuni frammenti di una laude popolare di
Ossi che la gente intitolava "Sos Gosos de Santu Mengu gloriosa".
Mi son messo subito alla
ricerca del testo, che intuivo particolarmente valido, per tante
ragioni, riuscendo a raccogliere alcune strofe, per lo più
frammentarie. [...] (dalla prefazione di Enzo Espa)