Il
contenuto della silloge ha un inconfondibile e immutato valore
universale: la perdita di un figlio che ha ispirato questo canto
dolente, da Antonio Maria Masia e innalzata a dolore universale ma
non astratto. Infatti le radici di una cultura ancestrale, terragna,
come quella della Sardegna sta sempre a sorreggere ogni verso, sia
quelli direttamente rivolti al figlio, sia quelli di un più
ampio spettro, dedicati alla sua gente, alla sua terra, al pensiero
dominante di che cosa sia il dolore, il perché
dell'esistenza.
Il
cuore profondo dei versi proposti ne "I silenzi di pietra" sta
nascosto e protetto fin dal titolo: pietra come Pietro, il nome del
figlio volato in cielo ma anche del secondo figlio fortunatamente
presente nella vita di Antonio Maria Masia; ma insieme pietra come il
roccioso granito, la nera ossidiana, la rossa trachite, ossature e
forza dell'isola di Sardegna.
E
se il silenzio e quello che oggi avvolge il bimbo che e stato Pietro,
la dimensione
del silenzio ci riporta anche alle distese solitarie dei grandi
pascoli e delle tancas sarde riponendo al centro, metaforicamente,
l'isola della Sardegna come culla di affetti e ristoro per il
dolore. (dall'introduzione di Neria De Giovanni)