Nonostante il titolo, difficile dire chi sia il vero protagonista di
Nassaioli - pescatori di aragoste, primo libro di Carlo Catardi.
Infatti, a lettura ultimata, sei quasi sommerso dai tanti volti delle
persone di un mondo marinaresco che non c'è più ed insieme sei
stato trasportato dagli anni trenta fino ad oggi in un viaggio a
ritroso dove il profumo del mare si confonde con il vento di
maestrale.
Carlo Catardi con
quest'opera ha voluto fare un omaggio alla sua famiglia raccontando
l'aspetto sociale del lavoro sulle barche, nel mare, ma non ha
dimenticato i sentimenti più privati, le storie minime,
"quotidiane", che affiorano attraverso i ritratti delle donne,
dei bambini, di una vita semplice fatta di attese e speranze, ma
anche di tradizioni popolari rispettate e radicate. Ln questa
prospettiva, Nassaioli offre una nutrita esemplificazione di
terminologia marinaresca, lessico preciso e ampiamente documentato
per chi ama riscoprire, attraverso le parole, abitudini e vita dei
pescatori di mezzo secolo fa, conoscenze che forse oggi rischiano di
perdersi. Come sostiene Salvatore Tola nella sua Introduzione al
libro, due sono le passioni essenziali che hanno sorretto Carlo
Catardi: il gusto di raccontare avventure ripetute tante volte a voce
e l'amore per il mare. Sono certa che le stesse passioni si
trasmetteranno al lettore che nelle pagine di questo libro avrà la
sorpresa di vedere anche la riproduzione di antiche fotografie di
Alghero, dei suoi pescatori arricchite da alcuni disegni del pittore
Sergio Serratrice.
È vero che la .gente di mare si assomiglia tutta, così oltre che i
pescatori algheresi, in queste pagine sono protagonisti anche quelli
di Stintino, di Porto Torres. Ma soprattutto per gli amici della
città catalana, sarà una scoperta affascinante ritrovare nelle
pagine del libro di Carlo Catardi il nome del proprio nonno, magari
capobarca nassaiolo, o di qualche parente o conoscente di cui si è
spesso sentito parlare o il riferimento ad una famiglia ancora oggi
nota le cui origini sono affidate al mare. (Nota critica di Neria De
Giovanni)