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La scrittura femminile di oggi e, in particolare, il teatro
di Maria Sandias, pone sempre al centro delle sue invenzioni il
personaggio femminile, nelle varianti di madri, mogli, figlie,
intellettuali, donne politiche, regine o povere vittime dei soprusi
della società e del potere.
Anche qui il personaggio
femminile si confronta con gli altri, agisce nella e per la collettività e, se
subisce il male, non distoglie lo sguardo dall'altro ma continua a
interrogarsi "senza calcolo" sui dati estremi del giusto e
dell'ingiusto, della vita e della morte, del presente e del passato.
Qui è infatti costante la
volontà sottintesa di guardare il passato più o meno prossimo, con
la consapevolezza critica di un occhio contemporaneo che voglia
indagare origine ed esiti della nostra storia. Un occhio non saccente
ma affettuoso, un occhio non intimidito, ma capace di indagare il
male e di condannarlo.
Si pensa ai componimenti
"misti di storia e di invenzione" di manzoniana memoria.
La storia è infatti il basso
continuo di tutti i testi della Sandias, una storia che non distoglie gli occhi
dai dati più feroci del nostro presente, pur senza nostalgia del passato.
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Sono qui raccolti dieci testi,
scritti in circa dieci anni, dal 1992 al 2007. [...]
(dall'introduzione di Franca Angelini)