Pasqualina Mariane, La bambola di pezza

Punto di vista multiplo, poliedrico, complesso, non solo sguardo lucido e penetrante del racconto del1'infanzia tipico dei primi due volumi di narrativa "Due pani d'orzo" (1989, 1993) e "La lettera anonima" (1992) è caratterizzante della nuova opera di Pasqualina Mariane.

Per la prima volta è più massiccia e coraggiosa la presenza della lingua sarda che rende testimonianza di una forte tradizione religiosa orale affiancata al desiderio dell'autrice di fissare sulla carta segni della memoria orale popolare e di rendere accessibili i testi ad un pubblico più ampio (La fede della mia famiglia). In altri racconti il suo linguaggio abbandona stilemi conosciuti per farsi "voce ripetitrice" che ha la frammentarietà emozionante del racconto dal vivo (L'esorcismo) o la presa diretta della trascrizione simbolica di Uno strano sogno.

È il contenuto - con una quasi costante tematica religiosa - che trova e impone la propria forma stilistica di volta in volta più adeguata al messaggio...

E la Mariane raggiunge con questa sua terza opera - non solo narrativa - matura e meditata libertà d'espressione letteraria. (Nota critica di V. D'Ambra)

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