Pasqualina Mariane, Vannina e il gobbo

Una delle "debolezze" della scrittura femminile, secondo molti critici letterari, sarebbe l'autobiografismo spinto, la necessità fin troppo evidente di raccontare soprattutto di sé. Nella narrativa di Pasqualina Mariane, dal primo libro "Due pani d'orzo" (1989) all'ultimo "La bambola di pezza" (1997) si legge invece l'interesse a rievocare non soltanto il proprio vissuto personale ma soprattutto il ricco patrimonio etnografico, magico e comportamentale del popolo sardo cui la scrittrice è legata per nascita e cultura.

In Vannina e il gobbo il nuovo romanzo con cui la Mariane si ripresenta al pubblico, attraverso la storia della protagonista c'è la storia di tutto un paese, le tradizioni di accoglienza e solidarietà sociale messe in essere dalla tradizione contadina della gente dell'interno.

Come ormai di tradizione per molti narratori sardi, da Francesco Masala a Marcello

Fois, il toponimo del paese, Tuccutè, è inventato proprio perché la vicenda umana che vi si svolge possa essere più marcatamente valevole almeno per tutta la Sardegna.

Vannina è accompagnata nella scrittura dal suo concepimento fino alla morte, fanciulla "diversa" la cui sensibilità mette in stretto collegamento l'anima della protagonista con il mistero stesso dell'esistere. Vannina "predice" attraverso i sogni, entra in contatto con il futuro delle persone che le stanno vicino in maniera del tutto improvvisa e naturale. Questa sua diversità è accolta dalla famiglia e dalla società di Tuccutè non caratterizzandola negativamente ma collegandola alla volontà di Dio. Vannina è dunque un ulteriore esempio del sincretismo tra riti magici e riti cattolici che nella concezione sarda non sono in opposizione. Il gobbo cui si riferisce il titolo è il figlio di Vannina che attraverso questa deformità fisica marca una positività difficilmente accettata nelle società più urbanizzate. Cosi il gobbo ha un'esistenza serena e un felice matrimonio, protetto dal calore familiare insieme ad un altro "diverso" della vicenda, il genero di Vannina, un negro sposato dalla figlia in una missione medica in Africa.

Vannina e il gobbo benché ambientato in un paese immaginario è ben contestualizzato storicamente, in quanto ci sono espliciti riferimenti alla Seconda Guerra Mondiale e alla condizione post-coloniale di fame e miseria in Africa. Certamente il lettore attraverso i personaggi di Bianca, nonna Giovanna, Visente Piras, Antioco Luigi, ecc., rivivrà il più genuino mondo tradizionale sardo e, se non lo conosce ancora, avrà desiderio di venire in Sardegna per viverlo. (Nota critica di Neria De Giovanni)

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