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Ma
in realtà a Positano c'è spazio per tutti e all'insegna del più
vero understatement: ognuno faccia quel che vuole, fino al limite di
non rompere le scatole agli altri.
Qual
è il segreto di tanta positività? A me sinceramente non interessa
saperlo, perché ne godo, ne faccio godere quelli che amo, e poi so
che non c'è modo di riprodurla questa magia. Anche perché è il
frutto di un amalgama di storia, natura, luci, colori, persone,
culture, istinti. Vai a sapere in che proporzioni, ma che importa?
Una sola cosa conta per capire, o meglio "essere" Positano, e
cioè rinunciare a ogni protagonismo.
Qui
è la scena stessa a primeggiare, tutti sono ammessi a fare la loro
parte ma senza assoli. Stonerebbero. E invece il canto delle Sirenuse
positanesi è per definizione il più piacevole che ci sia, pagano e
divino insieme.
Un
canto che oggi si dice anche con questi versi di Pierfranco Bruni e
Gerardo Picardo. Se Positano e i positanesi vi adottano come per
fortuna è successo a me e ne sono felice e grato, credetemi, poco
altro conta. (dall'introduzione
di Alessandro Cecchi Paone)